di Valentina Crespi
C’è chi nei libri cerca risposte, chi spensieratezza e chi un po’ di sé. Tutti vi cercano un pezzo di vita. A parte questo tutto bene non si prefigge l’obiettivo di rispondere ad alcuna domanda, la stessa Rosangela Percoco se ne dichiara incapace come chiunque altro. Ciò in cui un buon libro può riuscire è nel far sentire ognuno di noi compreso: è incredibile pensare come ciascuno sia incomparabile e al tempo stesso simile ad ogni altra persona.
Tutti ci nutriamo delle stesse emozioni, tutti gioiamo di un buon risultato, frutto di intenso lavoro, e tutti sappiamo commuoverci. E’ ciò che è accaduto all’autrice, a cui l’intera sala ha rivolto le sue sincere congratulazioni.
Megliounlibro ha premiato la Percoco non solo perché ha saputo raccontarsi, ma soprattutto perché ha saputo raccontare di quel “tutti”, di qualcosa di universale, riempiendo il Salone degli Affreschi di aria pura, fatta di amore per la vita e per la letteratura.
Un messaggio di speranza e dedizione. Un dono per ciascuno dei presenti da portare con sé, insieme magari a un nuovo libro.
Editoriale 107, autunno 2024
Stavolta sono esattamente 50 i titoli selezionati per voi. Dopo romanzi simpatici e distensivi, troverete al centro di Megliounlibro 107 una sorta di dossier sui conflitti e i genocidi di ieri e di oggi, che non si possono ignorare. Storie vere, sembra assurdo nel III millennio.
Un numero quasi doppio, che nella seconda parte offre una sostanziosa sezione di proposte per bambini/ragazzi, utili soprattutto nella fase di avvio della scuola per una condivisione in classe, magari anche per Educazione civica. Come non ricordare poi de Saint-Exupery, alcuni gialli e Premi Letterari (Strega e Pulitzer), che noi esaminiamo volutamente “a freddo”, finito il rullo di tamburi?
Da 27 anni sottolineiamo l’importanza della lettura nella formazione della persona e ora abbiamo ricevuto (anche voi) un regalo gigantesco: papa Francesco quest’estate ha pubblicato una Lettera proprio su questo tema, scandagliandone motivazioni, obbiettivi e spalancando le finestre della mente. “Nella lettura di un libro il lettore è molto più attivo. In qualche modo riscrive l’opera, la amplifica con la sua immaginazione, crea un mondo, usa le sue capacità, la sua memoria, i suoi sogni, la sua stessa storia piena di drammi e simbolismi, e in questo modo ciò che emerge è un'opera ben diversa da quella che l'autore voleva scrivere. Un’opera letteraria è così un testo vivo e sempre fecondo, capace di parlare di nuovo in molti modi e di produrre una sintesi originale con ogni lettore che incontra. Nella lettura, il lettore si arricchisce di ciò che riceve dall'autore, ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, così che ogni nuova opera che legge rinnova e amplia il proprio universo personale”.
“Leggendo un testo letterario – scrive -, siamo messi in condizione di ‘vedere attraverso gli occhi degli altri’, acquisendo un’ampiezza di prospettiva che allarga la nostra umanità”. E tra l’altro osserva: “Lo sguardo della letteratura forma il lettore al decentramento, al senso del limite, alla rinuncia al dominio, cognitivo e critico, sull’esperienza, insegnandogli una povertà che è fonte di straordinaria ricchezza”.
Stimolati da questi pensieri non vediamo l’ora di incontrarvi, a novembre, a BookCity Milano 2024, dove dopo un dibattito su temi affascinanti per tutte le generazioni (siamo in fase organizzativa per cui non spoileriamo), assegneremo il Premio Letterario Megliounlibro ad un’autrice italiana dalla scrittura limpida come l’acqua, che ha la capacità di trasmettere messaggi forti con grandiosa semplicità. Il suo romanzo riceverà il nostro Premio per la sezione Narrativa.
Laura Prinetti
Editoriale n. 106, estate 2024
Soprattutto d’estate ci si sofferma a riflettere su ciò che ci presenta il nostro oggi: siamo sommersi da perenni input informativi e non sempre abbiamo la lucidità e il tempo per discernere ciò che è alimento sano per la mente da ciò che invece è scarto. Vorremmo tanto riuscire a vagliare, in più settori…
Ci diceva una professionista che lavora ad Harvard: in tutto il mondo stanno sorgendo centri di etica e regolamentazione dell'uso dell'intelligenza artificiale, mossi dall’urgenza di arginare un fenomeno che evolve con rapidità e dinamiche inimmaginabili. Ritengono fondamentale far capire alle persone che si può essere manipolati anche su argomenti che conosciamo. Allora forse noi di Megliounlibro di fatto siamo – senza presunzione e grancassa - un centro di studio di etica applicata alla fruizione dell’industria culturale e creativa. Siamo in movimento ormai da 27 anni - il giorno 11 giugno è il “compleanno” del magazine - e la nostra squadra si dedica con cura ad approfondire i fenomeni del mercato e a studiare l'estetica della letteratura per estrarre il succo, che valga l’intelligenza, il tempo e il portafoglio.
Ciascuno si può chiedere: ci tengo ad essere “persona etica”? Che cosa significa applicare l’etica alla vita? Ha a che fare anche con le scelte di lettura? La risposta sarà sì, ma poi serve coerenza in tutti gli ambiti e questo dell’alimento culturale è imprescindibile.
E’ il nostro mestiere: selezionare le news sui libri in arrivo e mediare perché al fruitore sia preservato il diritto di avvicinarsi a un prodotto che non sia solo commerciale ma soprattutto culturale. Questo si cerca in un libro: arricchimento, riposo, idee, cultura, libertà. Ed è il motivo per cui vi preghiamo di approfittare dell’estate per diffondere l'idea madre del Book Counselling, a cui un gruppo sempre più solido di giovani sta aderendo. Sono loro che in questa fase stanno trainando con entusiasmo il magazine e che ringraziamo per la costanza, la cura e la professionalità che dedicano a questa che è un'attività non per profitto ma che desidera fare luce in un settore dal grande fascino. Il numero 106 lo dedichiamo in particolare a loro: al centro troverete titoli su e per i cosiddetti young adult. Ovvio che piaceranno anche agli altri, sempre giovani dentro.
Anche per l’estate 2024 ci porterà allegria la Gara fotografica riservata agli abbonati. Mandate i vostri scatti entro il 15 settembre, il titolo è “Leggere per piacere”. Sul sito troverete le condizioni e i premi per i primi tre classificati.
Apriamo il numero con romanzi di tutto relax e poi di seguito una carrellata di attualità: testimonianze, storie vere o verosimili da Iraq, Iran, Russia, Cina, Nagorno-Karaback, libri dedicati alla natura e tanti tanti appena usciti per i ragazzi.
E’ vero che leggere in vacanza ha sempre un gusto speciale?
Buona estate,
Laura Prinetti
di Angelica Giuliani
Milano, maggio 2024– “Questo libro è un po’ la sintesi della mia vita”, afferma Eraldo Affinati nel riferirsi alla sua ultima uscita: Le città del mondo (Feltrinelli, 2024). La libreria Vita e Pensiero ha ospitato oggi il dialogo tra il noto autore e i docenti Giuseppe Lupo, di Teoria e Storia della modernità letteraria, e Silvia Cavalli, di Letteratura Italiana moderna e contemporanea.
Partendo dal sogno di insegnare gratuitamente l’italiano agli immigrati, lui e la moglie, Anna Luce Lenzi, hanno fondato le scuole Penny Wirton. È proprio qui che nasce il romanzo: “Ho deciso di scrivere un libro solo di città perché ciascuno dei miei studenti incarna la città da cui viene”, afferma. L’incontro con questi ragazzi lo porta a voler conoscere i luoghi da cui provengono, alla ricerca di una scrittura che è “testimonianza dell’umano”. Infatti, la sua idea di letteratura è quella di una parola che riesce a farci dialogare con l’altro.
“L’ossessione geografica” di Affinati, come la descrive Silvia Cavalli, deriva dalla profonda curiosità di quest’ultimo. “È come se volessi toccare con mano le cose, non mi accontento di una conoscenza intellettuale”, dichiara l’autore. La sua è una rassegna di 300 città “conosciute, sognate e inventate”: le prime, visitate fisicamente, le seconde, in cui non è ancora stato, e le terze, totalmente ideali e fantascientifiche. Quest’ultima sezione, più intima e fantasiosa, presenta anche degli intermezzi in versi.
In un viaggio da New York a Gerusalemme, narra dei luoghi creando descrizioni “folgoranti e fulminanti”, come afferma Giuseppe Lupo, che evidenziano il rapporto empatico con queste città. Lo stesso scrittore sottolinea: “Per ogni città ho trovato un incontro umano: queste città sono alla fine come delle persone”.
Tra insegnamento, pedagogia e letteratura, l’autore non ha perso l’occasione di dialogare con i presenti, consigliando anche letture che gli stanno particolarmente a cuore.
Editoriale Megliounlibro 105, primavera 2024
Per il 2024 sembra esserci una parola d'ordine: intelligenza artificiale. Per quanto concerne Megliounlibro stiamo studiando il fenomeno e da parte nostra, come primo atto, abbiamo scelto di proporvi già dei titoli per affrontare il tema, uno molto esplicito altri che invece indirettamente trattano la sfida che si pone di fronte all’umanità.
Leggeremo ancora, chi scriverà, un vero autore o l’AI? Se pensiamo che negli Usa ha vinto un Premio letterario un’autrice che ha ammesso…
Come sempre, avete in mano un magazine che punta a osservare con occhio vigile l'attualità; così abbiamo scelto di parlare di pace, oltre che di conflitti ovviamente, e di donne, bambini, uomini che hanno lasciato traccia nella storia. Troverete testimonianze e biografie di personaggi o classici che ci parlano ancora dell’oggi, e romanzi distopici che hanno profetizzato il mondo in cui viviamo. Lo noterete anche voi: alcuni autori noti qualche anno fa adesso vengono riproposti dagli editori e accolti a ragione dal pubblico dei lettori grazie alla forza delle loro intuizioni.
Vivere il presente con consapevolezza è anche mettere a fuoco il fenomeno della manipolazione delle parole. Siamo nell’era della comunicazione e dell’immagine ma… chi alimenta le fonti? Sappiamo discernere l’ambiguo dal vero, la parola che aiuta da quella che distorce? Più di un saggio qui aiuta in quella direzione, sottolineando come anche la figura del giornalista resti fondamentale. E’ un settore che da sempre necessita di professionisti attenti e retti: c’è modo e modo di fare da ponte tra ciò che accade e il pubblico che riceve la notizia. La parola influisce sul pensiero altrui, sia che esca dai giornali che dai libri. L’arte di leggere è arte di scegliere, lo diciamo da 27 anni e non è banale.
Al centro l'intervista toccante allo psicologo Simone Feder, responsabile delle strutture terapeutiche della Casa del Giovane di Pavia, che si dedica al recupero dei tossicodipendenti del cosiddetto Boschetto di Rogoredo, una delle piazze di spaccio più pericolose in Italia.
Vi proponiamo una nuova tipologia di titoli nella nostra carrellata: la storia di alcune case di moda, per conoscere da dove nascono determinati prodotti che magari indossiamo. E i manuali per preparare il giardino alla bella stagione. Noterete che più di un romanzo proposto ha in elaborazione la versione per il cinema o per la serie tv: valuterete voi, nel caso, la differenza…
Su Megliounlibro gli albi illustrati occupano sempre più spazio, così come i romanzi per ragazzi. Apriamo con Grossman, israeliano, e concludiamo con I bambini di Gaza, di cui sta per uscire la versione cinematografica.
Buona lettura per tutto il 2024,
Laura Prinetti
Simone Feder è educatore, psicologo, responsabile delle strutture terapeutiche della Casa del giovane di Pavia, tra i fondatori del movimento No slot, animatore dei volontari che agiscono ai margini della piazza di spaccio di Rogoredo, alle porte di Milano. In Alice e le regole del bosco (Mondadori) racconta di quel luogo attraverso la testimonianza di una protagonista. Pubblichiamo dei brani dell’intervista rilasciata al giornalista Marco Bertola, nostro collaboratore, per la trasmissione “Radio-grafie. L’informazione ai Raggi X”, su Radio Mater. La registrazione integrale è disponibile su Megliounlibro YouTube.
Dott. Feder, come si arriva al Bosco da tossicodipendenti e perché ci è arrivato invece lei a “cercare” proprio quelle persone?
Quello che io definisco un “non luogo” è un bosco dove molti giovani, purtroppo, ma anche non giovani, rischiano di perdersi: vanno a cercare la soddisfazione per un bisogno che però li attanaglia fino a rischiare la vita. In questa società del nulla molti giovani non trovano risposte, di ascolto e quant'altro, e spesso la droga è un riempitivo. Da 40 anni lavoro alla “Casa del giovane”, mi occupo proprio di disagio. Oggi la dipendenza da sostanze o non sostanze, come potrebbe essere il gioco d'azzardo, è la punta dell'iceberg, ma c’è tanto altro disagio giovanile: i gesti di autolesionismo, la carica di aggressività, di rabbia che molti manifestano, ma anche i disturbi dell’alimentazione, gli attacchi di panico… E’ l'iceberg di oggi. E allora un giorno arriva a casa mia figlia, che passava dalla stazione Rogoredo per andare all’università e mi dice: “papà, ma hai visto che cosa c'è lì?”… Sono andato a vedere: e oggi sono 7 anni di presenza lì, al bosco. Ho visto una miriade di persone, soprattutto ragazzi che si recavano proprio in quel bosco, in questa metropoli milanese, quel luogo della perdizione intriso della sofferenza di tanti, tossicodipendenti di ogni ceto, e intriso delle sofferenze di tante famiglie. Pensate ai genitori che ci contattano per chiederci di sentire, per sapere dei loro figli, se sono ancora vivi… Ecco, è questo lavoro duro, complesso, che si cerca di fare con l’aiuto di tanti volontari.
In che cosa consiste la vostra presenza?
Portiamo qualcosa da mangiare e da bere – ci aiutano anche delle realtà commerciali della zona – per sfamare quelle persone, d’inverno offriamo del tè caldo, raccogliamo e portiamo vestiti perché molti non hanno più niente. Ma soprattutto ci ricordiamo di loro: pensate che c'è gente che da anni non è neanche chiamata per nome, a cui nessuno stringe la mano… gente che non è amata da nessuno. E allora, oltre all'aiuto materiale, cerchiamo di portare appunto noi stessi. E’ come se, in quelle vie, da una parte ci fossero gli umani e dall'altra i fantasmi e noi in mezzo, siamo diventati pietre d'inciampo, abbiamo permesso ai fantasmi di guardare gli umani e viceversa e da lì ci si è interrogati, da lì abbiamo iniziato ad aiutarlia riprendersi in mano la vita. Anche i giovani che accogliamo nelle nostre comunità un tempo li aspettavi, oggi li devi andare a prendere!
Un'osservazione che si sarà sentito rivolgere: non c'è il rischio di un atteggiamento, mi passi il termine, un po’ “buonista”?
Ho in mente un ragazzo al quale dicevo continuamente “ti do una mano, ti porto in comunità…”. Dopo 4 anni è venuto, ma ancora dopo un mese si confidava con un’educatrice: ”ci vuole del tempo per fidarmi di te”. Oggi mi è chiaro che i loro tempi non sono i tempi nostri e per “stare” in questo disagio devi avere uno sguardo che sia più verticale perchè se sei nella orizzontalità a volte non trovi risposte, magari vivi anche la frustrazione, ma perché sei su una sfera umana. Ecco, i tempi Suoi non sono i nostri quindi non è tanto un'attesa di comodo, buonista, ma è un'attesa di vera carità: poi l'altro ti si avvicina. Questo è ciò che con i volontari cerchiamo di fare, l'esserci permette di far accendere in loro qualcosa con la parte bella, nascosta: e mi sento di dire che quella è la parte di Dio.
La storia di Alice per me è stata una bussola che mi ha permesso di toccare con mano e anche riposizionare molte cose sul mondo del disagio. Mi ha radicato dentro anche la consapevolezza che nessuno è irrecuperabile, che uscire da questo inferno, da questa disperazione, è possibile perché non può vincere. E si fa fatica, però il disagio giovanile, i bisogni che oggi si porta dietro dobbiamo davvero imparare a leggerli e per farlo bisogna essere prima uomini e poi specialisti: ecco io non vado come lo psicologo, l'educatore, quello che ha fatto corsi di criminologia… Al bosco vado perché sono un uomo e nell’altro che incontro cerco sempre di vedere una persona a me cara anche perché oggi è lui, e domani… se non metti in giro la cultura di una società attenta alle persone, che cosa ci ritroviamo? Oggi vivere il Padre nostro, dire “venga il tuo Regno” vuol dire proprio questo: entrare in queste terre esistenziali, dove abita la disperazione, e la incontri, anche sulle strade dell'indifferenza.
Che bello il capitolo della “Fratelli tutti” dove il Papa parla di indifferenza… Ecco lì incontri proprio le persone e la disperazione che abita in questa strada di indifferenza e stringi queste mani e abbracci questo malessere, con quella delicatezza che deve essere senza giudizi, e lì si accende nell'altro qualcosa che lo spinge a riappropriarsi della vita. Allora anche per entrare in questo mondo oggi c'è davvero bisogno – lo sto gridando ovunque – di un cambio di paradigma: dobbiamo uscire dai nostri ambulatori, dalle comunità, dagli studi, dalle strutture, bisogna andarli a prendere. C'è bisogno di salvarli, di creare e sviluppare davvero nuovi modelli di intervento, dobbiamo essere operatori in strada.
(estratto dall'intervista concessa a Marco Bertola per Radio-Grafie)
Editoriale Quaderni 13, speciale primavera 2024
Chi non ha mai letto un romanzo fantasy non sa che cosa perde…
E in ogni caso il momento migliore per scoprire i capisaldi del genere, firmati dai maestri, o avventurarsi verso le frontiere delle saghe contemporanee è l’adolescenza, età dalle immense prospettive.
Qualche anno fa attraverso un’indagine si scoprì che chi stava contribuendo alle prime rilevanti scoperte nel campo delle tecnologie digitali, proprio chi “stava inventando il futuro”, avevano tutti letto fantasy, soprattutto da giovani. Avevano esercitato l’immaginazione…
La lettura di questo genere letterario è determinante, dunque, nello sviluppo della creatività umana.
Così si motiva l’idea che qui presentiamo, dal titolo “C’è vita nel fantasy”, e che nasce in conclusione di un progetto di Pcto, Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento, attivato dall’Università Cattolica per studenti del triennio delle scuole superiori.
Il progetto “Scrivere le notizie: dalla cronaca alla cultura” si inserisce tra
i Pcto per gli istituti superiori. L’obiettivo principale è introdurre i liceali ai linguaggi del giornalismo e farli cimentare in prove pratiche su settori specifici, rendendoli più consapevoli del contesto e dei target, per orientarsi meglio nel mondo dei media.
Siamo partiti da come nasce una notizia e da quali sono le fonti per poi osservare le tecniche di scrittura, prima per l’articolo di cronaca (e su questo ha offerto preziosi input anche il capocronista di un quotidiano nazionale, raccontando una giornata in redazione) poi per la recensione bibliografica.
Il desiderio è stato sin dall’inizio quello di realizzare con gli studenti un lavoro che si potesse realmente pubblicare. Così già come in precedenti edizioni del Pcto è nata dai referenti l’idea di creare una partnership con Megliounlibro, il magazine della non profit Il Segnalibro Book Counselling Service, e preparare uno speciale. Quaderni 13 si presenta dunque come supplemento al numero della primavera 2024.
Megliounlibro è una testata che da 27 anni offre orientamento alla lettura, cercando le perle anche tra i titoli pubblicati di recente, i cosiddetti “classici del futuro”.
Ogni studente ha scelto un titolo, considerandolo di valore e, raccolti gli strumenti del mestiere, si è cimentato nella recensione.
Non è semplice alla loro età mettersi nei panni di un giornalista, ma grazie al loro impegno il risultato è questo: una breve carrellata di proposte. Li troverete in questo ordine: prima delle pietre miliari intramontabili, al centro il classico contemporaneo di JK Rowling e di seguito altre saghe che hanno avuto ed ancora hanno meritata fortuna. E come sempre accade per i capolavori, quei titoli apparentemente rivolti ai ragazzi si riveleranno perle per tutte le stagioni.
Laura Prinetti
Editoriale Q12
“L’arte di narrare ha il potere di fornirci la possibilità di accostarci alla vita con maggior profondità”. Può sembrare scontato ma oggi la frammentarietà indotta dai social, dal flusso continuo di notizie e di nozioni, non facilita questa profondità, per la quale l’uomo è fatto. Anzi.
Per questo ci pare determinante continuare a formarci e a formare giovani che amino leggere e se possibile anche scrivere. Sono abilità comunicative, si diceva a scuola. Sono abilità fondamentali per illuminare e coltivare un pensiero che percepisce la necessità di essere lineare. Diversi studiosi oggi diffondono questo invito, che talora diventa un appello urgente. Tra loro Martha Nussbaum: “La lettura è ragionamento critico nella misura in cui il lettore è portato ad interrogarsi su sè stesso e ad operare confronti con le proprie opinioni e i propri propositi”. Concetto condivisibile e impegnativo perchè… se venisse a mancare?
Al fianco di altre voci anche Papa Francesco, in uno dei più recenti messaggi per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, ha scelto di sottolineare il valore essenziale del narrare, che sia fruito (leggere) o generato (scrivere) dalla creatività umana: “L’uomo è un essere narrante. Fin da piccoli abbiamo fame di storie come abbiamo fame di cibo. Che siano in forma di fiabe, di romanzi, di film, di canzoni, di notizie…, le storie influenzano la nostra vita, anche se non ne siamo consapevoli. Spesso decidiamo che cosa sia giusto o sbagliato in base ai personaggi e alle storie che abbiamo assimilato. I racconti ci segnano, plasmano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti, possono aiutarci a capire e a dire chi siamo”. Possono aiutarci a diventare persone più profonde, quindi.
Alla luce di queste preziose considerazioni nasce Quaderni 12, Scrivere storie, leggere il mondo. E’ un numero speciale, supplemento al magazine Megliounlibro, interamente realizzato dagli studenti del Laboratorio di Newsmaking, scrivere le notizie, iscritti al II anno della facoltà di Linguaggi dei Media dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I giovani sono andati a caccia di testi che riguardino la passione per la lettura e la scrittura, li hanno proposti alla redazione, li hanno letti e recensiti. E questo è il risultato. Dai romanzi ai manuali, dagli albi illustrati alla letteratura per ragazzi: tutto può concorrere, ad ogni età, a coltivare un interesse che speriamo resti per sempre. Questo auguriamo a loro e a chi sfoglierà queste pagine. L’amore per la bellezza dell’arte letteraria, che contiene la vita.
Laura Prinetti
di Giulia Sabatinelli
Nel processo di crescita della persona, ogni singolo trova la propria strada, la propria passione. L’esperienza di stage formativo con Megliounlibro mi ha permesso di rendermi ancora più conto di questo: vorrei lavorare nel campo dell’editoria, la mia passione da sempre, essendo lettrice e scrittrice.
Ho sempre sognato di vedere il dietro le quinte di un’azienda che opera nel mondo della letteratura e con il tirocinio compiuto in questi mesi ho avverato il mio desiderio. Ho avuto modo di vedere come impostare una recensione, come costruire il timone di un numero del magazine, maneggiare libri provenienti da case editrici a me sconosciute e tanto altro...
E’ stata una sfida che, nonostante le difficoltà, sono riuscita a superare grazie anche all’aiuto di Laura Prinetti, che mi ha supportato lungo tutto il percorso.
Ho avuto modo di conoscere una realtà nuova, quella della consulenza letteraria, utile a tutti ma specialmente alle scuole per la scelta dei testi da adottare, non a caso Megliounlibro è sfogliato da diverse persone che lavorano in quel settore.
Mi sono sempre sentita accolta e stimolata nelle numerose attività che mi sono state proposte, fino all’ultima recente riunione di redazione, che mi ha dato modo di incontrare gli altri che fanno parte di questo magnifico gruppo.
Porterò sempre con me questa esperienza e le persone che ho conosciuto in questo processo, facendo tesoro di quello che ho imparato.